Uno dei trekking europei più famosi, il tour del Monte Bianco.
Si snoda per circa 170km e 10.000m di dislivello positivo attorno all’omonimo gruppo di montagne che si innalzano lungo i confini di Italia, Francia e Svizzera. Ricalca in gran parte quella che è la gara di ultra trail più famosa al mondo, l’UTMB.
Abbiamo iniziato a prenotare i vari pernottamenti a metà Maggio per fare il giro a metà Agosto. Come prevedibile la gran parte dei rifugi e ostelli erano già al completo. Ho dovuto quindi prenotare le strutture ancora disponibili e, aihmè, tagliare due piccole parti del tour che avremmo poi percorso con dei bus-navetta. Come rifugi abbiamo pernottato al rif. Elena, Auberge du Mont Blanc e Ref. des Mottets. In tutte le altre tappe abbiamo prenotato delle camere su Booking o Airbnb.
Il giro può partire in qualsiasi punto arrivi una strada (e parecchie tappe iniziano e finiscono in paesini più o meno grandi).
Di norma per gli italiani inizia a Courmayeur e per i francesi a Les Houches (un paesino vicino a Chamonix).
Avendolo completato in 8 giorni abbiamo percorso dagli 11 ai 25km e 1000-1500m di dislivello al giorno. Le ore di camminata giornaliere ovviamente dipendono da vari fattori tra cui allenamento e meteo. Noi in linea di massima iniziavamo a camminare verso le 8.30 e arrivavamo alla fine della tappa verso le 17.00.
Dato che il rifugio Bonatti, dove volevamo dormire la prima notte, era pieno, abbiamo allungato fino al rifugio Elena. Saremmo dovuti comunque passare da lì quindi andava benissimo. Sorprendentemente non era pienissimo come mi sarei aspettato. Abbiamo trovato tanti americani, come poi anche nelle tappe successive. Scopriamo così che esistono parecchi tour organizzati per loro e per chi viene dall’Asia in cui i borsoni pesanti vengono trasportati da un punto tappa al successivo tramite taxi o muli: in questo modo si può camminare con lo stretto necessario per la giornata e non con tutto il resto. Personalmente trovo più avvincente vivere questa esperienza sapendo di avere tutto il necessario nel proprio zaino. De gustibus.
Il tour si estende su percorsi non particolarmente tecnici. Spesso si cammina su sentieri ben battuti e segnalati. Ci sono dei tratti all’interno del bosco davvero bellissimi. Personalmente ho amato il bosco dopo Champex-Lac e quello salendo da Les Houches. In quest’ultima occasione abbiamo percorso un sentiero alternativo che aveva una pendenza elevata e che all’inizio sembrava in disuso. La mia sensazione però è che il profumo e la freschezza che regala un bosco, dopo tante giornate passate sotto il sole, siano in grado di ridare parecchie forze.
A livello fisico quello che ho accusato maggiormente è stato il peso dello zaino. Col senno del poi avrei potuto lasciare a casa circa 2kg di materiale e abbigliamento che ho usato poco o per nulla. Dal terzo giorno in poi ho dovuto tenere una maglia tra le spalle e gli spallacci dello zaino per alleviare un pò il dolore.
In particolare mi sono portato un treppiede per le fotografie serali e notturne che non ho mai usato (sia perché non ne avevo necessità sia perché avevo sbagliato a portare la brugola per montare la piastrina sotto la macchina fotografica, ahimè). Ma sulla parte fotografica ci torno dopo. Ho portato anche due felpe (ne ho usata solo una), un pantaloncino corto, uno lungo e uno divisibile (potevo lasciare a casa quello solo corto) e tre borracce: due in silicone e una termica per paura che il caldo scaldasse troppo l’acqua. Alla fine, anche se faceva caldo, l’acqua nelle borracce di silicone era sempre di una temperatura gradevole e quindi la borraccia termica in acciaio potevo non averla.
Ci siamo portati anche un boccettino di detersivo con il quale abbiamo lavato magliette e calzini in alcune tappe. Questo permette di portarsi meno indumenti rispetto a quelli necessari.
Per quanto riguarda cibo e acqua ci organizzavamo in base a quella che sarebbe stata la tappa. Nella maggior parte dei casi erano presenti rifugi e punti acqua intermedi. In linea di massima comunque avevo sempre un litro e mezzo di acqua caricato prima di partire (a volte qualcosa di più riempiendo le tre borracce), delle barrette energetiche e qualche snack come frutta secca e frutta essiccata. La cena era sempre inclusa nei rifugi mentre nei paesini si trovano facilmente ristoranti e bar anche senza prenotazione.
Per la parte fotografica ho acquistato per l’occasione (anche se in realtà la stavo guardando da tempo) una Sony RX100 VII. E’ una fotocamera compatta con un obiettivo integrato equivalente a un 24-200mm f/2.8-4.5
Devo dire che si è rivelata la macchina quasi perfetta per questo tipo di avventure. Leggerissima e piccolissima, tenuta sempre a tracolla non mai avvertito il suo peso e ingombro. La qualità delle foto la potete giudicare voi; tolto il fatto che vi possano piacere o meno penso che non avreste notato la differenza se le avessi scattate con un’attrezzatura più professionale. Sono rimasto colpito dall’ottima capacità di recuperare luci e ombre che sul display (forse non dei migliori) sembravano bruciate. In realtà poi, aprendole al pc, erano molto meglio di quello che sembravano durante il viaggio. La lunghezza focale dell’obiettivo è super versatile e poche volte avrei desiderato avere altro. Certo, non sarebbe adatta a fare fotografie notturne nel modo in cui piace farle a me, ma per quello ovviamente mi porterei un altro tipo di attrezzatura. Questa macchina è invece perfetta per brevi viaggi o avventure sportive dove peso e ingombro la fanno da padrone.
Le cose che la rendono quasi, ma non perfetta, secondo me sono queste. La dimensione, che è il suo pro, è anche il suo contro. In mano infatti è davvero piccola e poco ergonomica. Ho dovuto comprare un grip aggiuntivo di Sony che la rende un pò migliore nell’impugnatura. Sempre per questo motivo il piacere dello scatto è molto inferiore a una macchina più grande e professionale. Spero di non essere frainteso ma la trovo fatta per portare a casa delle fotografie, non per coltivare la passione della fotografia. Avrei desiderato più tasti personalizzabili (o per lo meno poter assegnare una funzione diversa al tasto “movie” che non utilizzo), e almeno una ghiera in più per comandare separatamente tempi/diaframmi/ISO. Ho risolto assegnando la funzione a un tasto che cambia la funzione della ghiera da tempi di scatto a diaframmi anche se non lo trovo molto immediato come processo.
Questa e altre cose la rendono quindi più lenta da settare rispetto a una mirrorless/reflex più professionale. Spesso ho perso l’attimo mentre cambiavo le impostazioni. Avrei potuto risolvere usandola in priorità di tempi/diaframmi o in automatico, però sentivo di volere decidere io determinate cose e l’ho lasciata sempre in manuale.
La ricomprerei? Si. In quest’ultimo mese l’ho portata sempre in montagna con me, non dovendo più pensare al mal di spalle del corredo professionale che prima ero costretto a portare (o a lasciare a casa). Avevo comprato in passato una mirorrless APS-C proprio per questo motivo ma alla fine, vuoi o non vuoi, i pesi e gli ingombri erano comunque tali da farmi passare la voglia di portarla. Questa compatta è il compromesso perfetto tra una macchina fotografica professionale e un telefono. Sta perfettamente in tasca (anche se non è proprio comodo camminarci) o nello zaino in qualsiasi occasione e ti permette di portare a casa quasi tutto quello che hai in mente.
Questo tour offre a chi lo percorre delle viste senza paragoni su ghiacciai ancora maestosi, nonostante tutto quello che già sappiamo sulla loro triste ritirata. Sebbene i rifugi fossero abbastanza pieni di escursionisti, sui sentieri abbiamo potuto camminare quasi sempre da soli e goderci un pò di tranquillità anche in pieno Agosto. Per questi motivi e per la sua “semplicità” tecnica mi sento davvero di consigliarlo se cercate qualcosa da fare per una decina di giorni. Naturalmente è richiesto un pò di allenamento per poter camminare diverse ore al giorno.
Hai qualche domanda?
Commenta nella sezione qui sotto!
Alla prossima 🙂
Daniele
LINK UTILI
Sito ufficiale del giro: https://www.montourdumontblanc.com/fr/index.aspx
La macchina fotografica che ho utilizzato: https://www.sony.it/electronics/fotocamere-cyber-shot-compatte/dsc-rx100m7
Per la pianificazione delle tappe ho utilizzato Komoot. Potete trovare le tracce effettivamente percorse sul mio profilo Strava ricercandole nella mia cronologia attività. Ad ogni modo potete trovare il percorso e le sue tappe sul primo sito linkato o su altre applicazioni di mappe sportive.
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